Conclusioni
In conclusione, i processi di trattamento avanzato UV/O3 \cite{2018} \cite{Montecchio_2019}, oltre che ad essere molto efficaci per la rimozione di inquinanti come i VOCs (toluene), si sono rivelati altresì vincenti nell’abbattimento di microinquinanti emergenti (composti farmaceutici) come ibuprofene, diclofenac e benzafibrato, riscontrando efficienze di rimozione anche del 90%, nonostante però un processo come l'E-peroxone offra la possibilità di ridurre il quantitativo di energia applicata per generare ozono. Quindi, applicando questo tipo di processi, si può agire su un ampio spettro di contaminanti, superando i limiti dei trattamenti convenzionali \cite{Yao_2018} e, non meno importante, presentano dei costi relativamente bassi, mostrando fattibilità dal punto di vista economico \cite{Fernandes_2019} \cite{Buyukada_2019}. Inoltre, anche i trattamenti biologici hanno mostrato come un trattamento combinato tra batteri e microalghe possa essere una valida soluzione “ecofriendly” per l’abbattimento del toluene \cite{Oliva_2019} . Risulta di fondamentale importanza controllare le emissioni odorigene a base di contaminanti come il toluene che possono essere dannose sia per l’uomo ma anche per l’ecosistema: uno studio particolare\cite{Girling_2013} ha dimostrato come emissioni odorigene possono comportare anche degli impatti su flora e fauna. È stato riscontrato scientificamente come le api da miele possono riconoscere i fiori mediante dei segnali caratteristici odorosi da parte degli stessi: questa capacità purtroppo è stata inibita dal gasolio esausto che tende a degradare velocemente i segnali odorosi dei fiori \cite{Girling_2013}. Per cui, se gli AOPs consentiranno efficienze di abbattimento sempre più elevate e di più contaminanti possibili, si potrebbero prevenire spiacevoli danni all’ambiente oltre che all’uomo stesso.