La Phytoremediation è una tecnica di biorisanamento che utilizza piante per rimuovere, degradare e immobilizzare contaminanti
sia organici che inorganici dal suolo
\citep{Wang_2017}. In funzione delle caratteristiche del suolo, della tipologia di pianta utilizzata per il processo e del contaminante da trattare è possibile identificare diversi meccanismi di Phytoremediation
\citep{Patra_2020}. La contaminazione del suolo a causa dei metalli pesanti è una grave minaccia per l'umanità ed è una preoccupazione che si estende a livello globale
\citep{Shah_2020}. È noto che i metalli pesanti come piombo (Pb), mercurio (Hg), cromo (Cr) e alcuni metalloidi come arsenico (As), selenio (Se) e antimonio (Sb) sono altamente tossici per l'uomo anche a piccole dosi e quindi, alcune di esse sono classificate tra le sostanze più pericolose
\citep{Mahar_2016}\citep{Ullah_2014}. Tra i diversi meccanismi di Phytoremediation, il più indicato per la bonifica di siti contaminati da metalli pesanti è la Fitoestrazione che prevede l’accumulo di contaminanti nella massa vegetale, stelo e foglie (Fig.1) , che dovrà poi essere trattata o rimossa. La Fitoestrazione si basa sull'uso di piante ad alta capacità di accumulo dette iperaccumulatrici, che sono in grado di tollerare e accumulare alte concentrazioni di metalli. Iperaccumulatori ideali richiedono le caratteristiche di radici profonde, crescita rapida e un'elevata quantità di biomassa.
\citep{Dary_2010}.