Il caso studio analizzato riporta i risultati di un’applicazione della tecnologia di Fitoestrazione in un’area della zona industriale per risanare un terreno contaminato da metalli pesanti a causa di un’intesa attività industriale  \citep*{Guarino_2017}.  Innanzitutto, l’area oggetto di studio è stata suddivisa in due poligoni (SP3 e FS4) e sono state condotte indagini preliminari in 7 punti di campionamento al fine di valutare le proprietà del suolo e la contaminazione. Sono stati riscontrati valori di concentrazione di 3,41 mg/kg di Cd nel poligono SP3 e 3,24 mg/kg di Cd in FS4 (soglia di concentrazione di contaminazione 2 mg/kg); la concentrazione iniziale di Hg, invece, è risultata pari a 1,47 mg/kg per il poligono SP3 e 1,46 mg/kg per FS4 (soglia di concentrazione di contaminazione 1 mg/kg); infine, per quanto riguarda la concentrazione di Zn, nel poligono SP3 era di 346 mg/kg e nel poligono FS4 di 345 mg/kg (soglia di concentrazione di contaminazione 150 mg/kg). Una volta definiti gli obiettivi della bonifica, sono state scelte due specie vegetali da utilizzare per il trattamento: “Heliantus annuus” (girasole) e “Brassica juncea” (senape indiana). Prima di mettere in pratica il trattamento in situ, è stata valutata l’efficacia dello stesso mediante test di laboratorio e sistemi sperimentali in serra, dai quali si è evidenziata la necessità di effettuare dei lavaggi del sito mediante agenti chelanti per migliorare il tasso di rimozione dei contaminanti. Sulla base dei risultati ottenuti, sono state avviate le attività di bonifica in situ. Dopo alcune operazioni preliminari volte a rendere l’area adatta alle pratiche di Fitorisanamento, sono state seminate le specie vegetali con una densità di circa 8-9 piante a m2. È stato, inoltre, adoperato un sistema di microirrigazione per la distribuzione degli agenti chelanti, EDTA e Tiosolfato d’Ammonio TO, per favorire la mobilizzazione dei metalli. Per piantare le specie vegetali sono stati eseguiti due cicli colturali: Heliantus annus è stata piantata a inizio marzo e rimossa a fine agosto, mentre Brassica juncea è stata piantata a inizio settembre e rimossa ad inizio aprile. Al termine di ciascun ciclo colturale sono state eseguite analisi delle concentrazioni di Cd, Hg e Zn presenti all’interno del suolo e assorbite dalle piante. Entrambe le specie vegetali hanno mostrato un incremento dell’assorbimento nei campioni raccolti dopo l’aggiunta degli agenti chelanti, avvenuta nel periodo di massima crescita delle piante e prima della fioritura. In particolare, nella biomassa di H. Annus, sono state riscontrate concentrazioni di Cd pari a 1,17 mg/kg per il poligono SP3 e 1,07 per FS4, concentrazioni di Hg di 0,27 nell’area SP3 e di 0,26 in FS4, e concentrazioni di Zn di 132 mg/kg per SP3 e di 112 mg/kg per la zona FS4. Anche B. Juncea ha mostrato un significativo accumulo di Cd, Hg e Zn: il contenuto di Cd è risultato pari a 1,28 mg/kg in SP3 e di 1,26 mg/kg nell’area FS4, il contenuto di Hg nella zona SP3 pari a 0,33 mg/kg e nell’area FS4 pari a 0,34 mg/kg, e il contenuto di Zn pari a 144 mg/kg in SP3 e 140 mg/kg nel poligono FS4. I risultati delle analisi svolte, invece, all’interno del suolo trattato dopo il primo ciclo di coltura con H. Annus e il secondo con B. Juncea sono riportate in Fig. 2.