Metodologie impiegate per la valutazione degli impatti

Metodologie basate sulle matrici
La Matrice di Leopold definisce tutte le attività e i possibili fattori ed aspetti ambientali relativi ad un generico intervento progettuale in relazione alle singole fasi di vita di un’opera di ingegneria. L’impatto complessivo considerato sarà dato dal prodotto tra l’intensità e l’importanza assegnata. Il Metodo TOC prevede diverse fasi tra cui l’individuazione delle attività, degli impatti e degli indicatori. Avendo un limite fissato, una volta popolati gli indicatori si vede se questi superano o meno i valori soglia. Il Metodo Bresso propone per la valutazione due scale ordinali. La scala ordinale degli impatti tiene conto sia della rilevanza degli impatti che della loro reversibilità, la scala ordinale delle risorse tiene conto della scarsità, della non rinnovabilità con riferimento ad un orizzonte temporale.
Metodologie basate sui metodi matematici
Il Metodo ESS-Battelle, affronta in maniera quali-quantitativa la valutazione degli impatti sull’ambiente, definendo delle funzioni scalari allo scopo di trasformare le misure degli indicatori ambientali con le rispettive unità di misura, in indici di qualità ambientale espresse in una scala tra 0 ed 1, dove 1 è la quantità più elevata.
 
La Logica di Fuzzy nacque per sodisfare l’esigenza di trattare in maniera quantitativa, l’incertezza e l’imprecisione dei dati da trattare, gli indici fuzzy utilizzano variabili qualitative e classi non ordinali contenenti molte informazioni. I passaggi fondamentali sono tre: fuzzificazione (per convertire le variabili in ingresso in misure fuzzy), inferenza (vengono applicate le regole di combinazione tra gli insiemi fuzzy) e defuzzificazione (restituisce il risultato sotto forma di numero). 

Matrice di leopold applicata ad un caso reale

Metodologia basata su matrici

La matrice di Leopold è stata concepita dal geologo Luna B. Leopold e dai suoi colleghi nel 1971, in risposta allo US Environmental Policy Act del 1969, che non dava istruzioni chiare sulla redazione di una relazione sull'impatto o sugli effetti ambientali dei progetti.
La Matrice di Leopold è una delle metodologie di valutazioni più conosciute. Essa consiste nella definizione delle attività, dei diversi fattori e degli aspetti ambientali relativi ad un intervento progettuale, relativamente alle singole fasi di vita di un’opera di ingegneria.
La matrice di Leopold è una matrice di interazione a doppia entrata, in quanto vengono riportate in orizzontale le singole azioni (100 azioni) per quanto riguarda la fase di costruzione e di esercizio, in verticale invece le diverse componenti ambientali (88 componenti).
Ogni casella della matrice rappresenta un possibile impatto tra un'azione progettuale ed una componente ambientale. Identificato l'impatto viene segnato con una barra trasversale, indicando generalmente:
·        Nella metà in alto a sinistra viene riportata la grandezza o l’intensità dell’impatto  
·        Nell’altra metà della cella si riporta l’importanza relativa all’impatto della qualità ambientale del fattore ambientale considerato (riga) per effetto dell’attività progettuale in esame (colonna). 
I valori dell'entità dell'impatto e il valore della loro importanza sono stati prestabiliti nelle tabelle di riferimento. Da queste tabelle, il ricercatore prende i valori secondo i suoi criteri.
 Nelle tabelle di riferimento, i valori della grandezza dell'impatto variano tra +1 e +10 se l'impatto è positivo, mentre se l'impatto è negativo, viene valutato con valori negativi tra -1 e -10.  
L’importanza degli impatti deve essere valutata con riferimento alle caratteristiche dell’alterazione e del livello strategico della risorsa ambientale.  Stimate importanza ed intensità per tutti i possibili impatti primari, si passa ad una valutazione complessiva degli impatti per ogni fattore ambientale per effetto di tutte le attività e per ogni attività di progetto su tutto l’ambiente. Queste valutazioni vengono effettuate mediante una somma dell’impatto complessivo (ottenuto mediante il prodotto riga per colonna). 
Da queste valutazioni, è possibile individuare le componenti ambientali maggiormente soggetti a degrado ambientale. Le componenti ambientali e le attività progettuali più impattanti che dovranno essere oggetto di valutazioni successive per l’identificazione delle opere di mitigazione.  
Vantaggi:  
I principali vantaggi dell'applicazione della matrice di Leopold sono i seguenti: 
·        Presenta in modo schematico le azioni di un progetto e i suoi possibili effetti sui fattori ambientali, essendo di facile comprensione. 
·        Include sia l'ordine di grandezza dell'impatto che l'importanza assegnata. 
·        Possono essere confrontate diverse matrici preparate per diverse alternative nel progetto in esame. 
·        È una metodologia a basso costo di applicazione. 
·        È molto utile come metodo di applicazione iniziale per una prima approssimazione. Dai loro risultati, possono essere pianificati studi più complessi. 
·        È applicabile a tutti i tipi di progetti che implicano l'impatto ambientale. 
Svantaggi: 
Gli svantaggi di questa metodologia sono i seguenti: 
·        La soggettività nella definizione degli impatti, così come nell'assegnazione di grandezza e importanza. Questo è lo svantaggio più importante, dal momento che il ricercatore effettua gli incarichi in base ai suoi criteri. 
·        Considera solo interazioni lineari (effetti primari), non interazioni complesse tra azioni o tra fattori ambientali o effetti collaterali. 
·        La dimensione temporanea dell'impatto non è considerata, quindi non distingue tra effetti a breve, medio o lungo termine. 
·        L'elenco delle azioni e dei fattori ambientali può escludere elementi di progetti specifici. 
·        Non considera la probabilità che l'impatto si verifichi effettivamente, dal momento che assume una probabilità del 100% di occorrenza. 
·        Non consente di evidenziare le aree critiche di interesse specifico. 

CASO STUDIO: L'uso della matrice di leopold nella realizzazione della Valutazione di impatto ambientale per il parco eolico "Kladovo" in Serbia. \cite{Josimovic_2014}

INQUADRAMENTO

L'area in cui è progettato il parco eolico "Kladovo" è ubicata nella regione di Ključ (Key), circondata dal Danubio a nord, est e in parte da sud, e dalla strada principale M-25 (E-771) ad ovest (Figura 1). Il progetto si estende su una superficie di circa 509 ha. L'ubicazione comprende solo terreni agricoli con campi a monocoltura intensiva, un piccolo numero di campi trascurati e foreste.
Nelle immediate vicinanze (verso nord e ad est) si trova la peschiera “Mala Vrbica”. A causa della sua ricca ornitofauna, la “Mala Vrbica”, ha lo status di ‘Important Bird Area’ (IBA) a livello internazionale e nazionale, tutelata per legge come area ecologicamente importante (Decreto sulla Rete Ecologica, 2010). A meno di 15 km a ovest dall'area in esame (a oriente) c’è il confine del Parco Nazionale di Đerdap (anche questa zona è considerata un’area ‘IBA’). La zona è inoltre caratterizzata da una ricca fauna di chirotteri.
Tuttavia, sia per la distanza da questa zona naturale protetta, che per il fatto che è separata dalla zona di mutato urbano e dai paesaggi agricoli, l'impatto previsto sullo stato dell'ornitofauna in questa località è modesto, mentre risulta trascurabile sulla fauna dei chirotteri.
Il monitoraggio della ornitofauna e dei chirotteri è stato effettuato nell'area nel periodo tra marzo 2011 e febbraio 2012, registrando un numero di 100 specie di uccelli e 9 di pipistrelli nella posizione prevista per il Parco Eolico “Kladovo” utilizzando rilevatori ad ultrasuoni. Nonostante il numero considerevole di specie registrate, va sottolineato che, durante il monitoraggio, la maggior parte di essi è stata registrata in un numero relativamente esiguo.
Sulle due mappe, sono rappresentate le posizioni delle turbine eoliche, successivamente dislocate per proteggere l’ornitofauna e i pipistrelli presenti (indicate di colore rosso). Una postazione all'estremità ovest dell’area in esame è stata abbandonata perché sfavorevole rispetto ai possibili impatti su alcune specie di uccelli protette. Il progetto prevede 27 turbine eoliche di 2 MW ciascuno, ovvero una capacità totale di 54 MW.